IL RILASCIO DI SILVIA ROMANO
Il rilascio della ragazza milanese da parte dei terroristi di Al-Shabaab sta facendo discutere e non poco. Premetto che di Silvia o meglio di Aisha Romano, come si fa chiamare adesso, non me ne frega assolutamente nulla. Ed il fatto che sia donna non influenza il mio pensiero. Sia chiaro, la liberazione di un essere umano è sempre fonte di grande felicità. Non volevo certo essere al posto del padre, comprendo il grande dolore e l’indicibile sofferenza provata da tutti i suoi cari. Detto ciò rimangono alcune domande, che al momento non trovano risposta e, molto probabilmente, non avranno mai.
Iniziamo dalla ragazza. Partita Silvia, una giovane ragazza occidentale in pantaloncini corti, capelli al vento, libera in tutte le sue espressioni, ed è arrivata Aisha, ragazza islamica, capo coperto ed una lunga veste verde tipica delle donne di Al-Shabaab, simbolo di sottomissione della donna all'uomo. Voci non confermate raccontano di una sua spontanea conversione all'islamismo, di un suo matrimonio con un terrorista di Al-Shabaab, e che durante la sua detenzione è stata tratta bene, tranne le inevitabili sofferenze dovute alle privazioni di un tempo vissuto in rifugi di fortuna. A prima vista è sembrata tranquilla, serena, sorridente, oserei dire felice. Sta bene sia fisicamente sia con la mente, come lei stessa ha dichiarato subito dopo lo sbarco. Ora c’è da aspettare per capire se, il suo abbraccio all’islam più radicale, quello stragista, ed il relativo matrimonio, siano stati volontari o indotti. Ora si trova libera in un mondo libero ed il tempo ci potrà restituire Silvia o confermarci la morte della stessa e la nascita di Aisha. Se dovesse ritornare Silvia la mia felicità si moltiplicherebbe, se invece dovesse restarci Aisha, vorrebbe dire che la sua conversione, il matrimonio e l’abbraccio ad Al-Shabaab è stato sincero, libero. Padronissima di farlo. Ma in tal caso qualche domanda me la porrei. Perché è tornata? Perché ha lasciato il suo amato sposo? Cosa farà in un prossimo futuro? Cosa farà in una civiltà che non è più la sua? Aspettare per sapere.
Secondo punto, il comportamento del governo italiano. Silvia non è stata liberata, né dai nostri servizi, né da quelli turchi, né da quelli somali. Silvia è stata riscattata! Non c’è stata alcuna operazione militare o diplomatica. C’è stata una trattativa sul costo, sul come e sul cosa si doveva dare ai rapitori per la sua liberazione. Una volgarissima trattativa tra criminali ed uno Stato a loro genuflesso. Mi viene spontaneo chiedermi; la vita di un italiano rapito in Patria vale meno di uno rapito all’estero? Come sappiamo una legge vieta, anzi mette in carcere un familiare che tenta di pagare un riscatto per aver indietro un proprio caro, sequestrandogli pure tutti i beni. Non solo. Lo Stato, in questo caso non si fa carico del riscatto. All’estero si. Francamente non so darmi una spiegazione.
Altro punto, la passerella in mondo visione. Il Presidente del Consiglio accompagnato dal ministro degli esteri ed una pletora di funzionari ad attendere l’arrivo del trofeo. Si perché la ragazza è stata trattata ed esibita come un trofeo. Quello che non mi è chiaro se questa, a dir poco stucchevole esibizione, sia dovuta alla smania di propaganda dei nostri governanti o che sia stata una richiesta dei rapitori. E si. Il vero trofeo lo ha esibito Al-Shabaab. Una propaganda più efficace non poteva esserci. Il mondo intero è stato testimone di come i criminali di Al-Shabaab hanno piegato uno Stato occidentale. Si sono fatti pagare un riscatto, così potranno acquistare armi e munizioni per combatterci, hanno convertito una ragazza occidentale e restituita arruolata alla loro causa.
Infine il ruolo delle ONG. Sempre più spesso ONG sconosciute e non riconosciute dal Ministero degli esteri, arruolano ingenue ragazze animate da spirito di solidarietà verso i più deboli e gli emarginati, mandandole allo sbaraglio da sole in posti del pianeta assai poco sicuri, con il pericolo, se non con la certezza che potranno essere oggetto di sequestro e conseguente riscatto. Mi auguro che, passati i primi giorni di euforia per la liberazione della ragazza, la magistratura sempre attenda a certe vicende casalinghe possa indagare a fondo su quello, sul come, sul quanto e sul cosa è realmente successo.
Sul resto mi auguro che sia un ben tornato a Silvia e non un ben arrivato ad Aisha.
13/05/2020