SONO GLI STRANIERI IN ITALIA I VERI XENOFOBI E RAZZISTI

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SONO GLI STRANIERI IN ITALIA I VERI XENOFOBI E RAZZISTI

 

Sempre più spesso, in questo Paese, si viene accusati di razzismo. Basta scrivere su un giornale o più semplicemente pubblicare una notizia su un social, inerente ad un fatto di cronaca in cui il principale attore è uno straniero che subito arrivano addosso all’autore dell’articolo o del post una miriade di insulti o accuse di razzismo. Ma, prima di entrare nel vivo dell’argomento vediamo il vero significato di razzismo. L’enciclopedia Treccani definisce razzismo “ la concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. In  senso stretto si può definire il razzismo, come la tendenza a discriminare i 'diversi' (nazioni, culture, classi sociali, religione, ecc..). Bene! Come si può notare dalla definizione della “Treccani”, il razzista è colui il quale è convinto che esistono razze superiori e razze inferiore e sulla base di queste convinzioni discrimina il proprio simile. Riportare una notizia vera, naturalmente sono escluse le false notizie, non mi sembra che sia razzismo. E nemmeno Xenofobia, ovvero Quel “sentimento di avversione generica e indiscriminata per gli stranieri e per ciò che è straniero, che si manifesta in atteggiamenti e azioni di insofferenza e ostilità verso le usanze, la cultura e gli abitanti stessi di altri Paesi; (definizione tratta da l’enciclopedia Treccani). Se poi vogliamo far passare per razzismo o per xenofobia ciò che non lo è, giusto perché, ormai tutto è politica e pertanto il buon progressista deve essere sempre contro qualsiasi idea non sia di sinistra, allora va bene. Ma se vogliamo essere onesti con noi stessi e con il nostro Paese, forse il problema merita di essere un tantino approfondito. Il mondo è abitato da una miriade di popolazioni, tutte diverse fra di loro. Chi si distingue per il colore della pelle, chi per la religione che osserva, chi per la lingua, ecc.. tutti popoli con una loro cultura, una loro lingua, le loro credenze, i loro usi e costumi, insomma hanno un proprio “modus vivendi”, ognuno diverso dagli altri. Questo non significa che esistono colori di pelle migliori o peggiori, religioni migliori o peggiori, culture superiori o inferiori. Ogni popolo vive come può e come vuole. Così, ogni singolo individuo vive la propria esistenza nell’ambiente e nel luogo in cui nasce e cresce. Ovviamente, ogni essere umano ha, da sempre, il diritto/dovere di migliorare se stesso, la propria esistenza, e migliorare il futuro dei propri discendenti. Pertanto, qualora nel proprio Paese non vi sono le possibilità per realizzare questa evoluzione il singolo la cerca altrove. Legittimo! Qualunque essere umano ha diritto di migliorarsi, emigrare, cercare altrove tutto ciò che non trova nella propria terra d’origine (lo hanno fatto per diversi decenni gli italiani e da un po’ hanno ricominciato a farlo). Non è in discussione questo sacro santo principio. Ciò che spesso viene messo in discussione, e viene scambiato per razzismo o xenofobia, è il comportamento di questa gente. Comportamento culturale, religioso, umano, nei confronti delle regole che vigono nel Paese ospitante. Spesso il loro comportamento è improntato al disprezzo totale di ciò che sono le tradizioni, la cultura, le regole, gli affetti propri degli abitanti dei Paesi ospitanti. Ne sono testimonianza gli innumerevoli fatti di cronaca. L’Italia è un Paese libero, democratico. Il popolo italiano è un popolo civile, con una cultura millenaria improntata alla tolleranza e alla fratellanza, ma ha le proprie tradizioni, la propria cultura, la propria religione, i propri usi e costumi, e questi non possono essere calpestati o semplicemente ignorati dal primo arrivato. Sono morti migliaia di nostri antenati per fare di questo Paese, un Paese libero e democratico, dove ognuno è libero di professare la religione che vuole, senza limitare la libertà di chi desidera professarne un’altra. Libero di vestirsi come vuole senza essere malmenata o impedita. Libera di mangiare quello che vuole, senza temere che qualcuno glielo vieti. E tutti devono rispettare le leggi di questo Paese. Chi non accetta questi principi non è, e non deve essere il benvenuto. Purtroppo, oggi, non è così. Nel nostro Paese chiunque arrivi pretende di imporre le loro usanze, la loro religione, le loro regole e pretende che tutti li rispettano. L’Italia è un Paese in cui la stragrande maggioranza professa la religione cattolica. Nella nostra cultura, per esempio, per Natale si costruisce il presepe, nelle case, nelle scuole, nei luoghi pubblici, sono duemila anni che si fa. I nostri ospiti di religione musulmana non lo gradiscono, si sentono offesi dalla vista del presepe e allora cosa si fa? Si vieta. Molti, troppi, dirigenti scolastici  proibiscono di fare il presepe nelle scuole, impedendo così alla maggioranza degli alunni di celebrare il Natale con il presepe. Oppure togliere il crocefisso dalle aule, dagli ospedali, privando i credenti che, ripeto, nel nostro Paese sono la quasi totalità, del conforto spirituale. Si è arrivati al punto che il marito di una donna musulmana ricoverata in un ospedale italiano, ha staccato il crocefisso dal muro e lo ha buttato fuori dalla finestra e nessuno, dico nessuno si è opposto a quel gesto. Ma quale offesa può recare, quale sensibilità può urtare un semplice ed innocuo simbolo religioso. Qualsiasi persona civile e di buon senso rispetta i simboli religiosi di tutte le professioni. Non credo che un italiano, ospite di un Paese a maggioranza Buddista oserebbe prendere la statua del Budda e lanciarla dalla finestra. Ma noi siamo civili. E allora? Cosa vuol dire? che loro sono incivili e che dobbiamo subire la loro inciviltà? O, forse, non abbiamo amor proprio. Nel nostro Paese ogni persona, rispettando la decenza, è libera di vestirsi come meglio crede, nessun italiano penserebbe di massacrare di botte una figlia perché si trucca o perché “veste all’occidentale”. Per l’amor del cielo, in Italia nessuno impedirebbe ad una donna di indossare il velo musulmano se lo desidera, ma nessuno glielo imporrebbe. E la società non può e non deve tollerare che in Italia ci siano persone di qualsiasi nazionalità o religione, che impongano a chi che sia il modo di come vestire. E le persone civili ma civili con la “C” maiuscola devono indignarsi a queste notizie e non tacciare di razzismo chi li rende note. In realtà i veri xenofobi non sono gli italiani ma gli stranieri che vengono in Italia. Sono loro a non aver rispetto di noi, delle nostre tradizioni, della nostra cultura, della nostra religione, delle nostre donne, del nostro “modus vivendi”, sono loro che ci discriminano credendosi essere superiori e quindi nel giusto. Sono loro che ci vogliono imporre la loro religione, la loro cultura, le loro leggi, i lori usi e costumi, il loro “modus vivendi”. Sono loro i veri xenofobi, i veri razzisti.

14/12/2014

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