LE MINACCE DELL'ISIS E L'IMPOTENZA DEL POPOLO ITALIANO
RISPEDIRE INDIETRO I BARCONI CARICHI DI IMMIGRATI
In questi giorni si susseguono le notizie delle terribili minacce che i terroristi dell’Isis lanciano nei confronti dell’Italia. “siamo a sud di Roma”, "Una pioggia di missili sulla Sicilia, apriremo il fuoco dalla Tunisia". I giornali titolano: “Sicilia: isola aperta alle minacce dell’Isis”; “Sicilia: i taglia gole alle porte”.
Il terrore si espande. Comincia ad insidiare gli animi delle persone. La gente comincia ad aver paura. D’altronde questi terroristi hanno dimostrato di fare ciò che dicono e lo fanno nel modo più cruento possibile. Sgozzare un uomo, ritengo sia il modo peggiore non solo di togliere la vita ad un essere umano, ma a qualsiasi essere vivente.
Questi fanno sul serio. Lo dico orami da tempo. Questi non scherzano. Sono crudeli, spietati, dare la morte ad un essere umano, è, per loro, vero cibo per l’anima. Ad ogni sgozzamento ci sono nuovi adepti che aderiscono alla loro causa. La loro crescita è esponenziale. Non temono ripercussioni, rappresaglie o guerre. Sono votati alla morte. Per loro ormai conta solo la vittoria finale. La vittoria sull’occidente, sulla democrazia, sulle libertà. Vogliono imporsi sulla civiltà. Loro, incivili, vogliono imporre il loro modus vivendi, la loro religione, la loro vita. Nessuna guerra tradizionale li potrà fermare.
Orami, sono a trecento chilometri dalle coste siciliane. Non ci sarà nessun lancio di missile, nessun sbarco in forze, nessun bombardamento da aerei. Non hanno i mezzi, e se anche dovessero in qualche modo procurarseli non hanno né la tecnologia né l’addestramento per farli funzionare. Ma non è questo quello che vogliono fare, non è in questo modo che vogliono occuparci, lo sanno che non avrebbero la benché minima possibilità di riuscita. La loro occupazione, in qualche modo è già iniziata. Miglia di loro seguaci sono pronti ad imbarcarsi per raggiungere le coste siciliane e da lì tutto il Paese e poi tutta l’Europa. Tanti di questi sono già presenti nel nostro Paese pronti a colpire ad un loro segnale. Basti ricordare gli ultimi attentati in Francia. Siamo in pericolo, in serio pericolo. Ed i nostri governanti stanno a guardare. Farfugliano delle dichiarazioni, che poi ritrattano, cambiano versione, il presidente del consiglio accenna timidamente a qualcosa, in realtà, non sanno cosa fare. Il popolo è in balia di se stesso. Siamo fra il martello (l’Isis) che sta per abbattersi su di noi e l’incudine (il nostro governo) immobile, pronto a subire il colpo, ed in mezzo c’è il popolo italiano. Come dicevo i guerriglieri dell’Isis non hanno le forze e le capacità per attaccare il nostro Paese, l’unico modo che hanno è l’invasione sotto forma di immigrati che poi, una volta sul territorio, scateneranno l’inferno con gli attentati. Pertanto, l’unico modo di impedire che ciò avvenga, non è quello di dichiarare guerra al califfato, mandando aerei (che non abbiamo) a bombardare le loro basi, o carri armati (che non abbiamo) ad invadere la Libia e distruggerli. No. Non è questo il modo. Neppure coalizioni occidentali possono risolvere il problema del califfato. Devono essere gli stessi musulmani moderati, ammesso che ce ne siano, a coalizzarsi contro questi brutali assassini, perché è questo quello che sono, ed eliminarli. Noi, soprattutto noi italiani, l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare per difenderci è quello di impedire in tutti i modi l’approdo di barconi carichi di immigrati, perché è li che si nascondono i terroristi. Dobbiamo invertire l’attuale politica, fare un un’inversione di centottanta gradi, ovvero respingere i barconi nelle coste da dove sono partiti. Certo, fra gli immigrati ci saranno tanti disperati che si saranno imbarcati alla ricerca dell’eldorado, ma tanti altri saranno quei guerriglieri dell’Isis che una volta sbarcati ci imporranno la loro volontà o ci sgozzeranno così come fanno ormai quasi quotidianamente.
18/02/2015