GLI ZINGARI E IL LORO MODO DI VIVERE

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GLI ZINGARI E IL LORO MODO DI VIVERE

 

Il termine “zingari” da sempre è stato usato per indicare gruppi etnici nomadi provenienti dai territori nord-occidentali dell’India ed estesosi, attraverso la Persia e l’Asia mediterranea in tutta Europa ed in Africa settentrionale. In Italia sono giunti intorno al XV secolo. La popolazione “zingara” è composta da diverse etnie:

-        Rom, principalmente presenti in Europa centro e sud-orientale ed in Italia           meridionale;

-        Sinti, presenti in Germania, Austria, Francia, Paesi Bassi, Danimarca ed               Italia settentrionale;

-        Manouches, presenti principalmente in Francia;

-        Kalé, presenti principalmente in Spagna ed in Portogallo;

-        Romanichals, principalmente presenti nel Regno Unito;

-        Romanisæl, principalmente presenti in Svezia ed in Norvegia.

Diverse etnie ma lo stesso “modus vivendi”.

Nonostante vivono ormai da secoli, lontani dalle terre d’origine conservano ancora la loro cultura e la tendenza al nomadismo. Vivono, infatti, in accampamenti composti, fino a poco più di mezzo secolo fa, da carovane di carri e bestiame, ed oggi da caravan e roulotte, continuando nelle loro secolari attività di elemosinanti, indovini, suonatori ambulanti, accattonaggio e di piccoli furti che gli permettono, in qualche modo, di sopravvivere. Nelle comunità nomadi sono rimaste in vita usanze matriarcali: l’uomo deve aggregarsi alla “banda” (dove per banda si intente famiglia) della sposa ed il patrimonio familiare appartiene alla donna. La donna più vecchia della stirpe è chiamata “ madre zingara” ed ha grande ascendente ed autorità sul gruppo.

Proprio per la loro natura di nomadi, queste popolazioni non riescono ad integrarsi con la popolazione del posto che li ospita. Continuano a vivere nei loro accampamenti, spesso improvvisati e privi dei più elementari servizi igienici.

Quelli che ormai stanno abbandonando il nomadismo nulla fanno per cambiare il loro “modus vivendi”, ovvero cercarsi un lavoro onesto, vivere in un’abitazione, mandare i figli a scuola, vivere, o almeno tentare di vivere, come tutte le persone civili. E invece no. Questa gente, continua a vivere di espedienti. Come sempre, girovaga per le vie cittadine, sui bus, sulle metropolitane, per i palazzi. Chiedono l’elemosina, suonano la fisarmonica o il violino sulla metropolitana e rubano. Borseggiano sui pullman e sulla metropolitana, in giro per le vie cittadine, rubano negli appartamenti e nelle case singole. Non è cambiato nulla! Mi ricordo da piccolo quando nel mio paese dell’entroterra siciliano arrivavano le carovane di zingari, i paesani tutti si apprestavano a passare la parola che in paese erano arrivati gli zingari. La gente chiudeva le porte a chiave, guardava a vista il pollaio o l’ovile, si stava attenti a non lasciare fuori nulla. Si guardavano a vista i bambini! Si proprio i bambini. Girava voce, allora, che da dove passavano gli zingari, spesso, sparivano dei bambini. Ma soprattutto rubavano. Si fermavano non più di uno-due mesi, ed erano mesi che si vivevano con una terribile ansia. Non è cambiato nulla! Il disprezzo della gente comune che gli zingari si sono guadagnati nel tempo è dovuto principalmente al loro modo di vivere. Una società civile non può accettare popoli che vivono perennemente nella illegalità, nella sciatteria più completa, privi di ogni senso civico, della più elementare educazione igienica, nell’ignoranza più assoluta. Tutti gli sforzi, che molti politicanti populisti e benpensanti fanno per far cambiare il loro modo di vivere sono assolutamente inutili. Anzi, controproducente. Da sempre questi popoli hanno vissuto a loro modo e alle spalle della società e lo faranno fino a che esisteranno.

21/06/2015

P.S. Qualcuno ha interpretato l'ultimo periodo del mio scritto, come un invito esplicito alla eliminazione fisica di questi popoli. Ebbene, NON è assolutamente così. Lungi da me l'idea all'incitamento razziale o alla violenza. Se il mio scritto suscita tale sentimento me ne scuso con i lettori. Ma sono assolutamente convinto che gli zingari si siano guadagnati la fama di cui godono da soli, con il loro comportamento e senza bisogno di nessuno che inciti all'odio la gente comune.

22/06/2015

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