L’ITALIANIZZAZIONE DEGLI USA

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L’ITALIANIZZAZIONE DEGLI USA

Alla fine anche l’America si è italianizzata! Una volta negli States la campagna elettorale presidenziale era furiosa, senza esclusione di colpi. Si scavava nella vita pubblica e soprattutto privata dei candidati. Usciva fuori di tutto: vecchie amanti, tradimenti con le domestiche, frequentazioni proibite, legami con  industriali, interessi privati e chi più ne ha più ne metta. Un anno e più di fango e gossip all’ultimo respiro. Ma poi, una volta che le urne davano il loro responso, tutti tacevano e iniziavano a lavorare per il bene del Paese. Gli americani “erano” così. Si scannavano in campagna elettorale, ma poi lo spirito di appartenenza aveva il sopravvento. Chi aveva vinto faceva le leggi, chi aveva perso partecipava al governo del Paese con una vigile e collaborativa opposizione, la magistratura applicava le leggi fatte da chi governava, i giornali esaltavano l’operato del governo e la grandezza del Paese. Così, gli USA sono diventati un grande Paese. Con l’elezione di Trump tutto è cambiato! Gli Usa assomigliano sempre di più all’Italia, si al nostro Bel Paese, dove la campagna elettorale non finisce con il responso delle urne, o meglio finisce o meno a seconda del responso. Se le urne danno un responso “democratico” nel senso che è favorevole ai democratici, esso è giusto, il popolo ha scelto giustamente, non ci sono brogli, chi ha vinto governa, chi ha perso fa l’opposizione, i magistrati applicano le leggi, i giornali cantano le lodi del governo e del Paese. Ma se le urne danno un risultato diverso, apriti cielo! Il voto è falsato, non è l’espressione del popolo, si guarda dal buco della serratura, si tirano fuori (vere o false questo poco importa) parole, opere o omissioni dei governanti per delegittimarli, i giudici  non applicano le leggi ma li contestano, fanno ostruzionismo le boicottano, i giornali iniziano una campagna diffamatoria al fine di mettere in cattiva luce i governanti minimizzando, negando o ribaltando i buoni risultati, malgrado tutto e tutti, ottenuti dal governo. Così dopo 5 secoli di storia anche l’America si è italianizzata! Donald Trump ha vinto le elezioni dopo una campagna diffamatoria nei suoi confronti, dandogli del razzista del maschilista (fatta poi da chi non ha un minimo di dignità per se e per il genere femminile), dice prima cosa intende fare e contrariamente alle aspettative  e contro tutti vince democraticamente. A questo punto ci si aspettava che tutti, iniziando dal presidente “abbronzato” come qualcuno lo definì, e a seguire quel presidente del “vizietto” sotto la scrivania della studio ovale e della moglie di costui sconfitta, dalla magistratura e dai giornali, iniziassero, tutti ed ognuno con il proprio compito a lavorare per il bene del Paese e continuare a fare grande l’America. E invece no! Dopo 500 anni di gloriosa storia l’America si italianizza. I democratici americani, come quelli italiani non accettano la sconfitta, fomentano la piazza, i giudici non applicano la legge, i giornali mistificano la verità, cercano di impedire a chi ha vinto democraticamente le elezioni di governare, cercano l’impeachment, per disfarsi di un presidente che ha, da subito, iniziato a fare quello che aveva promesso durante la campagna elettorale e che gli americani avevano, votandolo, accettato. Ma, c’è un piccolo particolare. Donald Trump non è un politico, né tantomeno un politico italiano, pertanto non cederà tanto facilmente. Prima o poi tutti dovranno farsene una ragione, Trump ha vinto ed è lui che dovrà governare, è lui che ci ha messo la faccia, è lui che rischia ogni giorno che passa alla Casa Bianca ed è giusto che sia lui a prendere le decisioni piacciano o meno ai democratici. Fra quattro anni il popolo lo valuterà e se non è soddisfatto lo caccerà, ma se ha fatto bene ed il popolo lo vorrà farà un secondo mandato con buona pace di tutti i dem del mondo. Italiani compresi.

06/02/2107    

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