LETTERA APERTA AL SIG. MINISTRO DELLA SALUTE
ON. BEATRICE LORENZIN
Sig. Ministro, innanzitutto Le chiedo scusa per non averla chiamata sig.ra Ministra, ho troppo rispetto per il ruolo.
Come certamente Ella saprà, in questi giorni, anzi in queste ultime settimane, si fa un gran parlare della “batosta” che il Governo italiano sta dando al settore del così detto “fumo elettronico”.
Nel giro di due giorni, in modo quasi coordinato, in commissione bilancio del Senato è stato approvato un emendamento presentato dell’On. Vicari con il quale si pone la vendita delle sigarette elettroniche ed i liquidi di ricarica sotto il controllo dei Monopoli di Stato, vietandone, nel contempo la vendita on-line, ed il giorno dopo, con un tempismo che lascia perplessi, la Corte Costituzionale, ha dichiarato inammissibili e non fondate le questioni sollevate dal Tar Lazio, inerenti la tassazione dei liquidi per ricarica ed ha dichiarato legittima l’imposta stabilita dal decreto legislativo del 2014 che assoggetta alla medesima imposizione i prodotti da inalazione senza combustione, costituiti da sostanze liquide contenenti o meno nicotina. Ciò si traduce in una introduzione di una accisa pari ad € 3,85 più iva 22% per un totale di € 4,70 circa per ogni 10 millilitri di liquido per sigaretta elettronica sia che esso contenga nicotina sia che non la contenga. Al momento una ricarica da 10 millilitri posta in vendita al pubblico a 5€ andrà a costare circa 10€, con un rincaro di circa il 100%.
Solo questo è sufficiente ad affossare un intero settore!
Un settore che negli ultimi anni ha avuto un incremento di circa il 250% ed un giro d’affari che sfiora il mezzo miliardo di euro ed impiega oltre 30 mila lavoratori, fra produttori e venditori. Penalizzare questo settore non significa solo la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, significa soprattutto penalizzare chi con fatica si è liberato o si sta liberando da quel “mostro” che si chiama tabacco. Ecco qual è il vero dramma. Il mondo scientifico, non solo nazionale, ma internazionale, si è espresso pressoché unanimemente nel dichiarare la “sigaretta elettronica” l’unico vero dispositivo che aiuta a liberarsi dal vizio del tabacco. Studi scientifici, hanno dimostrato che la sigaretta elettronica fa 57 mila volte meno male del tabacco (università di Cassino) giusto per citarne uno. Ma sono decine e decine gli studi che dimostrano la valenza della sigaretta elettronica nel contrasto al tabagismo. Quindi, il danno più grave si fa ai quei milioni di italiani che con fatica e sofferenza stanno cercando di liberarsi dalla “bestia”. Con questi rincari la massa di coloro che usano la sigaretta elettronica ritornerà al tabacco con tutte le conseguenze negative che la stessa comporta a livello salute.
I Paesi più avanzati, stanno legiferando a favore del settore della sigaretta elettronica, incoraggiando il passaggio dal fumo al vapore, addirittura c’è chi vuole concedere un ticket a carico dello Stato per l’acquisto del primo kit di sigaretta elettronica.
L’Italia, come spesso accade va controcorrente.
In tutto questo, l’unica voce che doveva sentirsi in modo forte e chiaro, Sig. Ministro doveva essere la Sua, ed invece da parte Sua c’è stato il silenzio più assoluto.
Il Ministero che Ella dirige, in attuazione dell'articolo 32 della nostra Costituzione, ha come compito principale quello di promuove e tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.
Ebbene sig. Ministro dove sta la tutela della salute del cittadino se il governo di cui fa parte vuole scientemente distruggere un settore che la salvaguarda? Il Suo assordante silenzio la dice lunga sugli interessi che l’attuale Governo italiano persegue; ovvero spremere sempre più il cittadino a discapito anche della salute. Il Suo ministero (dati letti su vari giornali) spende circa 7,5 miliardi di euro per curare i malati di cancro, ma nel contempo lo Stato incassa circa 15 miliardi dalle accise sul tabacco. Il saldo è positivo!
Ma Lei è il Ministro della salute non può e non deve accettare una simile situazione, altrimenti tradisce il giuramento che ha prestato quale ministro, giusto per ricordarlo (Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione). Come detto prima, l’art. 32 della costituzione Le impone la tutela della salute quale diritto fondamentale dell’individuo e della collettività. Non farlo è tradimento al giuramento prestato.
Mi piacerebbe e non solo a me, sentire la sua autorevole opinione su questa vicenda.
Con l’istituzionale rispetto dovutoLe La saluto cordialmente.
Salvatore Calderaro