IL BURKINI NELLA CULTURA OCCIDENTALE
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IL BURKINI NELLA CULTURA OCCIDENTALE
In questi caldi giorni di fine agosto, non essendoci alcun argomento veramente importante, su tutti i salotti televisivi, sui giornali e sui social, infuria il dibattito, a volte polemico, sul “burkini”. Il burkini, per chi ancora non dovesse saperlo, è quel particolare indumento, o meglio costume da bagno ideato e disegnato dalla stilista australiana di madre libanese, Aheda Zanetti ed è specificamente prodotto per le donne di religione musulmana. Il costume copre tutto il corpo, ad eccezione del viso, delle mani e dei piedi, secondo i pretesi dettami dell'islamismo. Fin qui nessun problema se non fosse per il fatto che sulle spiagge di alcuni comuni della Francia è stato vietato. Il governo francese, per il tramite del suo primo ministro ha avallato tale decisione perché, secondo il premier francese Manuel Valls, “il burkini è "espressione di un'ideologia basata sull'asservimento della donna", quindi è "incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica”. Il divieto, a differenza di ciò che succede normalmente in Italia, è stato fatto subito osservare e sono fioccate le multe nei confronti di quelle donne che si sono presentate in spiaggia indossando il burkini. In Italia, sull’argomento, è intervenuto il nostro ministro degli interni, il quale ha candidamente dichiarato di non concordare con i cugini d’oltralpe per paura di eventuali attentati. "Dobbiamo essere duri e severi", sull'integralismo, ha spiegato il ministro dell'Interno, "ma non provocatori". “Dobbiamo essere duri e severi contro l’integralismo” dice il nostro Angelino, intanto permettiamo alle persone di religione musulmana di fare tutto ciò che vogliono. Oggi il burkini, domani il burka, dopodomani la bigamia magari con le bambine ed infine anche nel nostro Paese si applicherà la Shari'a, così l’integrazione è completa. Bravo Angelino, Matteo, Sergio e via di seguito. Bravi i nostri governanti (mi raccomando non diciamogli nulla altrimenti ci fanno la bua). Qui non si tratta della libertà personale di indossare il bikini, il monokini o il burkini. Ogni individuo può indossare ciò che più gli aggrada senza urtare la sensibilità altrui ed il comune senso del pudore, sia ben chiaro. Ma in questo caso non si tratta di libera scelta delle donne musulmane di indossare il velo, il burka o il burkini, come possono liberamente scegliere le donne occidentali indossando la gonna, i pantaloni, la minigonna, gli hot pants, o in spiaggia il costume intero, il bikini o il monokini ed in particolari spiagge nulla; si tratta di un’imposizione, che poi tale imposizione sia dettata dalla religione islamica o imposta dai loro mariti o padri, cambia poco. Ciò che non voglio capire molti benpensanti nostrani, governanti o comuni cittadini è il fatto che, i nostri costumi (non quelli da spiaggia), le nostre tradizioni, la nostra cultura, i nostri valori a difesa dei quali i nostri padri, i nostri nonni e bisnonni hanno combattuto e versato il loro sangue, stanno per essere distorti, stravolti e fra non molto seppelliti per far spazio ad una cultura a delle tradizioni che non ci appartengono. E’ da qualunquisti dire “a me che m’importa se vanno al mare vestite o spogliate, a me che m’importa se vanno in giro con il burka o con la gonna”, atteggiamenti del genere possono solo provenire da gente priva di sentimenti, di amore per la propria terra, per il proprio Paese, per il proprio popolo. Un popolo che non riesce a vedere più in là di ciò che vedono i propri occhi è un popolo destinato a scomparire. Ciò che fra non molto succederà al popolo italiano. Purtroppo.
20/08/2016