UN POSTO A BRUXELLES

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UN POSTO A BRUXELLES

Domenica scorsa con la presentazione dei simboli dei partiti che correranno per Bruxelles è partita la campagna elettorale per il rinnovo de parlamento europeo. L’UE, organizzazione internazionale “sui generis” di carattere sovrannazionale e intergovernativa, quest’anno  si rinnova. Da domenica è caccia al voto. In realtà già da alcune settimane in giro per le città si vedono i cartelloni pubblicitari, gigantografie 9X6 con il volto del candidato tirato al lucido. Qualche settimana fa, girando per Catania, ho avuto modo di notare alcuni di questi cartelloni; in uno c’era scritto “un volto siciliano per Bruxelles”. Un volto siciliano. Che vuol dire, il volto di quel candidato poteva benissimo essere scambiato per un volto valdostano o trentino o pugliese. Almeno avessi avuto un bel paio di baffoni ed una coppola in testa, beh, allora si che poteva ricordare un volto siciliano, ma così bello pulito, niente baffoni, niente coppola, no, non ricordava il volto di un siciliano. Un altro cartellone recitava: “più Sicilia in Europa”. Che vuol dire più Sicilia in Europa, forse che i parlamentari siciliani eletti all’assemblea porteranno al seguito un po’ di terra siciliana, oppure porteranno un po’ dei prodotti siciliani e li faranno assaggiare ai colleghi degli altri Paesi? Slogan senza senso, vuoti, inutili. All’Europa, della Sicilia o dei prodotti siciliani non gli importa assolutamente nulla, anzi. Meno che meno ai parlamentari degli altri Paesi. Pensate veramente che ai tedeschi o ai francesi o ai belgi interessi qualcosa della Sicilia? Pensate che una piccola, povera isola del mediterraneo, già poco considerata dal proprio Paese, possa suscitare un qualche interesse alla grande Europa? No. La Sicilia può diventare interessante solo nel caso in cui dovesse separarsi dall’Italia, solo in quel caso, allora sarebbero molti i Paesi Europei e non ad avere grande interesse per questa piccola e povera isola del mediterraneo, fino ad allora la Sicilia non suscita alcun interesse. Ed allora cari candidati al parlamento europeo, anziché “sparare” slogan senza senso, armatevi d’argomenti ed in Sicilia gli argomenti da portare all’attenzione di Bruxelles non mancano. Soprattutto, cari futuri deputati europei non siate europeisti ed europei. Ricordatevi che i vostri colleghi degli altri Paesi membri non sono europei ed europeisti, non si sentono cittadini europei (nel senso di come si sente americano un cittadino del Nevada), gli altri si sentono prima di tutto tedeschi, francesi, danesi, lussemburghesi, spagnoli e cosi via. Gli altri, prima sono cittadini del loro Paese e pensano al loro Paese, poi sono europei (forse) e pensano all’Europa (forse). Gli italiani e, purtroppo, anche i Siciliani, eletti al parlamento europeo, si sentono prima di tutto cittadini europei, se a qualcuno di questi gli si chiede: “scusi On., di dove è lei?”, “sono europeo”, questa sarà la risposta.  Non meravigliatevi è già successo. I nostri parlamentari sono europei non italiani, tantomeno siciliani. Se qualcuno coraggioso, patriottico, ammesso che c’è ne siano, tenta di fare qualcosa per l’Italia o peggio ancora per la Sicilia, pensate veramente che in Europa glielo lasciano fare? Cosa hanno fatto i nostri rappresentanti e ne abbiamo avuti di presidenti di commissioni e cosa gli hanno lasciato fare per il nostro Paese? Nulla! se non quisquiglie. L’Europa da anni sta boicottando, di fatto, i nostri prodotti a favore degli altri Paesi, vedesi quote latte, agrumi e tanti altri prodotti agricoli. Nessuno tenta di opporsi e se qualcuno ci prova è solo per facciata ed in ogni caso rimangono inascoltati. E allora, che significa un “volto siciliano a Bruxelles”  o “più Sicilia in Europa” quando sappiamo benissimo che non sarà così?

09/04/2014

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