IL PONTE SULLO STRETTO

  

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IL PONTE SULLO STRETTO

E’ notizia di questi giorni che il governo Monti ha deciso di prorogare per 2 anni lo studio di fattibilità relativo alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Nella stesura della legge di stabilità, in un primo momento il governo aveva deciso di chiudere definitivamente il programma, pagando, al consorzio eurolink, una penale di circa 300 milioni di euro. I fautori del ponte avevano, in primo momento spento ogni speranza, per poi gioire ed alimentare un lumicino di speranza. Ma a pensarci bene, Mr Monti non ha prorogato gli studi perché effettivamente pensa di fare il ponte sullo stretto, ma semplicemente per non pagare, ora, la penale. In questo modo i 300 milioni di euro possono essere impiegati da qualche altra parte, magari per qualche altra variante di valico o qualche altro MOSE o qualche altro traforo per l’alta velocità che possa collegare la ricca padania con i ricchi Paesi nordici, lasciando al prossimo governo la decisione di chiudere il progetto e pagare la prevista penale, che nel frattempo sarà aumentata. Saranno problemi di altri! Nel frattempo i vari politici pro e contro si son dati battaglia. La sinistra con Vendola fa sapere che non appena andranno al governo, il progetto deve essere subito cancellato. L’ex ministro Matteoli afferma che se va al governo il centrodestra il ponte si farà. Anche altri politici hanno detto la loro. Tutti politici non meridionali. Dove sono i politici siciliani? Siano di destra o di sinistra o di centro, pro o contro, dove sono? Che fine hanno fatto? Il problema ponte forse non  li riguarda? Ma se non riguarda loro personalmente, sicuramente riguarda i 5 milioni di siciliani che rappresentano. Riguarda i milioni di turisti  che ogni hanno scelgono di andare in Sicilia in auto e, oltre a sottoporsi al supplizio della Salerno-Reggio Calabria, devono sorbirsi le lunghe code ai traghetti. Ma non solo. Il traffico merci che viene rallentato, per non parlare di quando il mare non permette ai traghetti di effettuare i collegamenti. Qualcuno ha osato dire che la costruzione del ponte “è uno schiaffo all’Italia onesta”, come se giù c’è un’Italia disonesta. Qualcun altro ha definito scellerata l’idea di fare il ponte con tutte le necessità che l’isola presenta: ospedali, scuole, strade, ferrovie, infrastrutture ecc.. ecc.. E’ vero. La Sicilia è rimasta al 1860. Allora era, insieme al resto del Regno delle 2 Sicilie, più industrializzata delle odierne ricche regioni settentrionali. Resta un mistero il fatto che con l’unità d’Italia il povero ed indebitato nord si è sviluppato ed arricchito, mentre la Sicilia ed in genere il vecchio Regno delle 2 Sicilie si è impoverito ed inviluppato. E’ sintomatico il fatto che tutti i governi che si sono succeduti in questi 150 anni di unità  hanno sempre avuto più di un occhio di riguardo verso il  nord. Le autostrade, quelle degne di questo nome, si fermano a Salerno, l’alta velocità ferroviaria si ferma a Salerno, lo aveva scritto Carlo LEVI: CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI. Ma non solo Cristo si è fermato ad Eboli ma anche i governi. Non può esserci sviluppo se non ci sono vie di comunicazione efficaci ed efficienti. Ed in primis è proprio sulle vie di comunicazioni che tutto il sud soffre. E in tutto questo i politici del Regno delle 2 Sicilie dove sono? Cosa stanno a fare in parlamento? Eppure se li mettiamo tutti insieme, di tutti i partiti sono tanti. Tanti da poter influenzare le decisioni del governo. Eppure nulla. Ma i parlamentari, indipendentemente dal partito con i quali sono stati eletti, non devono fare gli interessi della comunità che rappresentano? Credo che qualsiasi cittadino, di qualsiasi partito, ha interesse a che i servizi della propria regione, città, paesino funzionino e funzionino bene. E allora? Cosa aspettano questi parlamentari a farsi sentire? Ritornando al ponte, mi farebbe piacere sentire la voce di qualche politico Siciliano, qualunque sia il suo pensiero, ma fatelo conoscere al popolo siciliano, così alle prossime elezioni l’elettore siciliano avrà un argomento in più da valutare prima del voto.

03-11-2012


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