MATRIMONIO GAY E UNIONI CIVILI

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MATRIMONIO GAY E UNIONI CIVILI

In Francia è stata approvata la legge sui matrimoni gay ed in Italia si è accesa la discussione. In realtà è da tempo che nel nostro Paese si discute su nozze fra omosessuali, diritti delle coppie di fatto ed altro ancora. Tempo fa come molti ricorderanno il governatore della Puglia Niki Ventola si era dichiarato pronto ad adottare, lui ed il suo compagno un figlio e sarebbe stato un padre migliore di quanto lo sia come politico. E’ bene chiarire alcuni concetti essenziali.

Con il termine matrimonio si intende l'unione tra due coniugi.

L'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma:

Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato

 

L'articolo 29 della Costituzione italiana afferma:

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Come si evince chiaramente dalle sopracitate norme, è universalmente riconosciuto che il matrimonio esiste solo nell’unione fra un uomo e una donna senza distinzione di razza, cittadinanza e religione. Così come il matrimonio è la conditio sine qua non per formare una famiglia.

Il concetto di matrimonio è legato a quello di famiglia: i due coniugi formano un nucleo familiare che spesso in seguito si espande con i figli.

Da ciò si può facilmente dedurre che non può esserci un matrimonio fra omosessuali e non può esserci una famiglia al di fuori del matrimonio.

Oggi sempre più persone sia di sesso diverso sia dello stesso sesso decidono di stare insieme e condividere la loro esistenza. Fra queste si trovano uomini e donne che formano coppia al di fuori del matrimonio, fratelli e sorelle, sorella e sorella, fratello e fratello, gay e lesbiche. Persone che decidono, nel pieno diritto dell’autorealizzazione di vivere insieme. Nessuno può o deve impedire ciò. Ma, per favore non parliamo di matrimonio.  Non parliamo di filiazione. Due uomini o due donne non possono procreare, perché la natura ha stabilito che per fare un figlio ci vuole un’unione fra un uomo ed una donna. Così come non possono procreare fratelli e sorelle, non perché impediti dalla natura, ma perché costituisce incesto, oggi punito non solo dalla morale corrente, ma anche dalle attuali leggi. Allora, permettiamo si a queste coppie, comunque, di poter esercitare dei diritti e dei doveri. Riconosciamo, loro, di poter avere gli stessi diritti e gli stessi doveri dei coniugi.  Riconosciamo loro il diritto ed il dovere di assistenza e sostegno reciproco, il diritto all’eredità, il diritto alla reversibilità e tutti gli altri diritti di cui godono i coniugi. A meno dell’adozione  e del matrimonio per  le coppie omosessuali. Per il semplice fatto che la natura non permette ciò. Ma sia chiaro che il riconoscimento di diritti e doveri per le coppie di fatto sia fra eterosessuali e omosessuali non deve esser una scappatoia per scrollarsi di dosso determinati doveri sia nei confronti del compagno o compagna, sia nei confronti dello stato. Coniugi e coppie devono avere gli stessi diritti e gli stesi doveri a meno di quelli riconosciuti alla famiglia che è l'istituzione fondamentale in ogni società umana, fondata sul matrimonio, con i caratteri della esclusività, della stabilità e della responsabilità, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale.

 

01/06/2013

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