LA LEGGE ITALIANA PUNISCE IL VILIPENDIO.
Il ministro degli esteri Giulio Terzi si è preoccupato di rassicurare i musulmani e gli stati arabi quando ieri, si è pronunciato sul rischio che la pubblicazione di vignette su Maometto in Francia inneschi nuove reazioni violente in Maghreb e medio oriente. “ricordiamoci che l’Italia ha un codice penale che prevede la possibilità di perseguire chi offende le religioni. Le religioni sono una cosa fondamentale, importante per la coscienza di molti miliardi di individui. Nessuno deve permettersi di dileggiarle o di scherzare su questi valori”. Sacrosante parole sig. ministro e allora ci dica: come mai non è stata intrapresa nessuna iniziativa nei confronti di quel regista che nel suo film ha fatto usare ad una donna un crocifisso per masturbarsi? E a quell'artista tedesco, Martin Kippenberger, che ha posto sulla croce una rana col boccale di birra mano, cosa gli è successo? Oppure ai tanti musulmani che hanno staccato i crocifissi dalle stanze degli ospedali o delle scuole e buttati via, qualcuno si è preoccupato almeno di dir loro: attenzione che in Italia questo è reato di vilipendio nei confronti di una religione? Non mi pare che sia stata presa alcuna iniziativa. Il codice penale viene invocato a tutela delle altre religioni. E della nostra? Vorrei ricordare ai tanti ben pensanti che l’Italia è un Paese le cui radici affondano nel cristianesimo, che pur lasciando libertà di culto, come è giusto che sia, innanzi tutto e al di sopra di tutto, DEVE SALVAGUARDARE IL SENTIMENTO RELIGIOSO DEGLI ITALIANI. Se lo ricordi caro sig. ministro Terzi.
20/09/2012