L'ESOSO CLUB DELL'EUROZONA

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L'ESOSO CLUB DELL'EUROZONA

Spero vivamente che il cittadino medio, quello che con l’economia, ma soprattutto con la politica estera, non ha molta confidenza, non legga i giornali altrimenti la sua rabbia e l’odio contro l’Europa e i nostri politici aumenterà fino a fargli scoppiare la bile. Perché questa affermazione. Oggi sul corriere della sera sono stati pubblicati alcuni articoli da far diventare idrofobi gli italiani onesti che pagano regolarmente le tasse e sono arrivati al punto che non sanno più come sbarcare il lunario per via delle imposte aumentate a dismisura per “stare” in Europa e nell’Euro. Nel primo articolo del corriere: “veto contro veto, la battaglia del budget UE”, pag.5, da un eloquente grafico si nota come in 11 anni l’Italia, ha dato all’Europa molto di più di quello che ha ricevuto. In questi 11 anni l’Italia ha versato all’unione europea 145,207 miliardi di euro e ne ha ricevuto 120,204 miliardi di euro, un divario di oltre 25 miliardi. Si nota inoltre che il divario fra il dato e l’avuto è andato ad aumentare maggiormente dal 2009 in poi. Nel 2011 sono stati dati 14,336 miliardi e ricevuti 9,585 miliardi, con un disavanzo di circa 5 miliardi. Soldi tolti dalle tasche degli italiani. A queste uscite c’è da aggiungere il costo dei parlamentari europei italiani che sono pagati dall’Italia e non dall’Unione e tutte le altre spesucce, sempre in miliardi per il semplice fatto di stare in Europa (summit, riunioni, viaggi ecc. ecc.). Un club piuttosto oneroso quello dell’Unione europea non credete? Ed in cambio cosa ha avuto l’Italia, dall’Unione? Quali sono i servizi che l’unione ha reso all’Italia? Personalmente li ignoro. Forse i limiti, imposti all’Italia alla produzione del latte? O alla liberalizzazione delle etichette per i prodotti similari alle genuinità italiane prodotti in altri Paesi? Alle imposizione contrarie ai nostri usi ma comuni negli altri Paesi europei? Non lo so che vantaggi l’Italia ha avuto dall’essere socio di questo esoso club. Forse abbiamo una politica estera comune? Non mi risulta. Non mi risulta neppure che supporti la politica estera dei singoli soci. L’Italia, infatti, ha due soldati in ostaggio in India da più di otto mesi e il “club” nulla ha fatto. Generalmente quando ci si iscrive ad un club, dai più rinomati a quelli di calcio-balilla del piccolo paesino valdostano o siciliano, si paga una tassa di iscrizione ed in cambio si hanno dei servizi. L’Unione europea che servizi utili dà ai propri soci? Francamente non lo so, ammetto la mia ignoranza. Ritengo che molti altri italiani ignorano come me i benefici di stare nel club. In tempi di vacche grasse ci si può permettere qualche piccolo o grande lusso, ma in tempi di vacche magre ogni lira, correggo ogni centesimo di euro per essere speso deve avere una forte giustificazione e, al momento, non vedo questa forte giustificazione, anzi non vedo neanche una debole giustificazione. Altro articolo, pagina successiva “ il rinvio sulla Grecia fa tremare l’eurozona”. Praticamente la Grecia è arrivata allo stremo non solo ha chiesto altri due anni per rispettare gli impegni, ma se non ottiene un altro prestito entro subito non potrà pagare gli stipendi di fine anno e andrà in fallimento. Tutti i governi dell’eurozona hanno paura di una eventuale insolvenza della Grecia per le conseguenze che potrebbero esserci sulla moneta unica. I creditori spingono a che la Grecia ottenga l’ennesimo prestito. Per dare altri soldi alla Grecia i Paesi come l’Italia li devono prendere dal mercato pagando degli interessi che si aggirano intorno al 5-6% ricevendo in cambio, ammesso che li riavrà mai indietro con interessi del 3%, un’altra perdita del 2-3% in nome dell’Europa unita con la stessa moneta. Ma sarà difficile che la Grecia possa continuare a restare in Europa, lo è già difficile per i Paesi più industrializzati, figuriamoci per un Paese che vive soprattutto di turismo e poco altro. Il risultato sarà che ci dissangueremo per cercare di salvare un Paese (per ora solo uno) insalvabile e per stare in un club che non possiamo permetterci. E allora prima di arrivare al suicidio di un intero Paese vediamo di ravvederci. Questa è l’analisi di un cittadino medio che poco sa di economia e di politica internazionale, se qualcuno vorrà essere cosi benevolo di far capire a quanti come me, i vantaggi tangibili di continuare a stare in Europa e in eurozona sarà il benvenuto.

 

22/11/2012

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